giovedì 24 settembre 2009

venerdì 18 settembre 2009

...e ci voleva tanto...????

ARTICOLO TRATTO DA repubblica.it


Colpo di scena, dopo mille polemiche e violente proteste dei motociclisti l'Anas dice addio ai guardrail assassini che tante vittime hanno mietuto fra i motociclisti. La nuova barriera di protezione stradale ha un nome che è tutto un programma: "ANAS H2 Bordo Laterale - SM", dove SM sta proprio per "salva motociclisti". Una barriera sofisticata ma semplice da produrre, al punto che potrà essere fabbricata senza problemi da tutti i costruttori che abbiano le attrezzature certificate in Qualità EN ISO 9001 o 9002.

Quindi la sua diffusione dovrebbe diventare a breve molto capillare perché oltre alla semplicità costruttiva i progettisti (Centro Sperimentale di Cesano dell'Unità Ricerca ed Innovazione dell'Anas, diretto dall'ingegner Eleonora Cesolini) giurano che sia anche meno costosa da produrre. "L'installazione delle nuove barriere - spiega infatti il Presidente dell'Anas Pietro Ciucci - potrà avvenire progressivamente sulla nostra rete". Vedremo.

Per ora si sa che nei crash test (oltre a quelli prescritti dalle norme vigenti, anche su manichini antropomorfi dotati di sensori per la protezione dei motociclisti, che negli ultimi anni hanno registrato un aumento di feriti e morti dovuti all'urto sulle barriere tradizionali in acciaio) ha dato risultati straordinari.

"Si è pensato - spiegano infatti i tecnici dell'Anas - al contenimento dello spostamento che la barriera subisce in seguito all'urto, per ridurre lo spazio necessario al suo funzionamento. Le barriere di sicurezza attualmente disponibili sul mercato, infatti, richiedono uno spazio a margine della carreggiata costoso o non sempre disponibile, come nel caso delle strade non ammodernate, che può costituire il presupposto per protezioni inadatte ad urti al di sopra di una certa velocità. A questo aspetto si aggiunga una differenziazione per la sicurezza totale di tutti gli utenti della strada; si pensi, ad esempio, agli effetti di barriere a paletti separati sui motociclisti

mercoledì 16 settembre 2009

Addio!!!


Si è spento ieri, all'età di 88 anni, Elio Zagato, figlio di Ugo, fondatore del famoso Atelier milanese che dal 1919 realizza carrozzerie sportive su misura.

Questo il ricordo della stessa Zagato: "Imprenditore, pilota e gentlemen driver, corse per la prima volta a Piacenza nel 1947, a bordo di una Fiat appena ricarrozzata, regalo di Laurea di suo padre.
Da quel momento non smise mai di sviluppare le sue amate Gran Turismo, lavorandovi durante il corso della settimana e testandole in pista nei week end.
Fu tra i fondatori della scuderia Milanese Sant Ambroeus. Incarnò per stile, eleganza e competitività la figura perfetta del gentleman driver Italiano nel periodo della dolce vita.
A partire dai primi anni '50 sviluppò le berlinette GT più famose a desiderate al mondo. Tra tutte ricordiamo la Fiat 8V Zagato, che diceva essere tra le sue preferite, l'Alfa Romeo 1900SSZ che spesso gli fu rivale in pista guidata da piloti concorrenti, le mitiche Ferrari 250GTZ, Maserati A6G, Aston Martin DB4GTZ e tantissime altre.
Condivise i tempi d'oro delle corse fatte in gilet ed elmetto con personaggi illustri quali Ascari, Fangio, Galluzzi, Nuvolari, Stagnoli ed altri. Enzo Ferrari lo chiamava "Zagatino".
Insieme all'amico Ercole Spada, sviluppò le leggendarie Alfa Romeo SZ, TZ e TZ2, seguite dalle eleganti Lancia Sport su telai Appia, Flavia, Flaminia e Fulvia.
Instancabile innovatore, insieme al padre Ugo inventò la mitica doppia gobba sul tetto, firma del marchio milanese, la coda tronca, i vetri in plexiglas e numerose soluzioni ancora attuali sulle vetture moderne.
Elio partecipò a 150 gare automobilistiche vincendone 82 e conquistando ben 5 titoli mondiali nella categoria GT. Vinse una Targa Florio, otto Coppa Intereuropa, tre primi posti di classe alla coppa d'oro delle Dolomiti, ed arrivò primo assoluto sul circuito dell'Avus di Berlino nel 1955.
Promotore del minimalismo milanese orientato alla funzione del design, Elio definiva le sue Zagato prima di tutto "originali". A chi gli chiedesse di sintetizzare lo spirito delle sue carrozzerie, rispondeva: "La vedi quella? E' diversa da tutte le altre? Allora è una Zagato".


Articolo tratto da Repubblica.it

lunedì 7 settembre 2009

venerdì 4 settembre 2009

mercoledì 2 settembre 2009