venerdì 28 novembre 2008

lunedì 17 novembre 2008

giovedì 6 novembre 2008

una storia dolce

CATANIA (5 novembre) – Tutti lo conoscevano come l'”uomo in bici”. Ogni giorno, con qualsiasi tempo, d'estate come d'inverno, inforcava la sua bicicletta e partiva all'alba da Nicolosi per arrivare sino a Catania. In discesa all'andata in salita al ritorno, per poi arrivare a casa a notte fonda, ormai sfinito, dove lo aspettava un pezzo di pane e un grappolo d'uva prima del sonno. Poi, il giorno dopo era pronto a ripartire, e così sempre. Nessuno sapeva il perché, ma tutti i giorni Orazio Di Grazia, 85 anni, faceva questo tragitto. Ieri è morto nella casa del fratello.

Perché l'uomo compisse tutti i giorni quello strano percorso, che faceva anche in piedi spingendo la bici per la stanchezza, non si è mai saputo. «La bicicletta è la mia libertà e nessuno mi può capire - disse una volta - la bici è l'unica cosa di cui ho assoluto bisogno. È un impulso più forte di me. È la mia vita: io, la bicicletta, la strada, il cielo, il vento... Il resto non conta». Secondo una diceria di paese, in realtà con la bici Di Grazia cercava di dimenticare il suo amore negato per una ragazza di 16 anni che si sarebbe concluso con il suicidio della sua amata, che la famiglia voleva dare in sposa ad un ricco parente.

A Catania ogni giorno tutti nella zona nord della città vedevano passare il “vecchietto in bici” e lo guardavano con affetto e simpatia. Per questo oggi, come rivela il quotidiano La Sicilia che dà la notizia della sua scomparsa, tutta la città lo piange e lo ricorda con affetto.